Nonostante il secondo trimestre del 2018 abbia registrato un aumento del 4,7% delle compravendite immobiliari rispetto allo stesso trimestre del 2017, i valori immobiliari hanno continuato a calare registrando un -0,2% (dati Istat in linea con il sentiment degli operatori FIMAA). Dal 2010 i valori degli immobili sono scesi in media del 15,7% e addirittura del 22,7% se si considerano gli immobili residenziali usati.
“Uno dei motivi cardine della continua diminuzione dei valori immobiliari – commenta Santino Taverna, Presidente Nazionale FIMAA – Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia – è caratterizzato dalla forte pressione fiscale sugli immobili che induce i proprietari a metterli sul mercato in una fase già caratterizzata dalla forte offerta, soprattutto per quanto riguarda le seconde case. Inoltre, l’andamento altalenante dell’economia e il perdurare della crisi economica potrebbe limitare ulteriormente il potere d’acquisto degli italiani e pertanto anche la disponibilità di accesso al credito (mutuo/finanziamento per l’acquisto). Tali considerazioni – continua il Presidente Taverna – richiedono una risposta da parte del mondo politico. Il forte carico fiscale sugli immobili non può più essere sopportato. Serve maggiore coraggio per avviare un ciclo di riforme che diano ossigeno al settore immobiliare, locomotiva trainante per l’intera economia del Paese. La legge di bilancio, al vaglio del Parlamento, potrebbe essere l’occasione per dare un segnale di speranza a coloro che intendono investire nel mattone e all’intera filiera del comparto, che deve tuttora recuperare le centinaia di migliaia di posti di lavoro persi a causa della crisi finanziaria”.